Sciopero comparto scuola 31 ottobre 2024: confermato

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Sciopero comparto scuola 31 ottobre 2024: confermato. Giovedì 31 ottobre, con manifestazione a Roma, Piazza Vidoni h. 10:30. Contro la manovra collegata alla legge finanziaria che colpisce sanità, enti locali, scuola e pensioni. Contro l’odioso meccanismo del silenzio-assenso che sottrae il TFR ai lavoratori per regalarlo ai Fondi Pensione.

Sciopero per la scuola

Le “novità” si aggiungono ai disastri di sempre e ad un mancato rinnovo del contratto scaduto da quasi 3 anni. Le ultime leggi di bilancio hanno stanziato risorse ben al di sotto rispetto all’inflazione maturata nel triennio di riferimento. A fronte di un’inflazione reale pari al 18% è previsto un recupero del solo 5,78%, con un differenziale di oltre il 10%. Così si abbatte il potere d’acquisto. Scioperiamo affinché vengano stanziate risorse aggiuntive per rispondere all’inflazione del triennio e fare un passo verso l’equiparazione agli stipendi europei.

Sciopero:

Ancora classi pollaio, ancora ricorso massiccio al precariato reclutato secondo il deleterio sistema dell’algoritmo, generatore di errori e ricorsi a non finire, ancora edilizia fatiscente e scuole non a norma, ambienti che cascano a pezzi, mentre coi soldi PNRR si crea la buffonata degli ambienti digitali.

A tutto questo si aggiungono i micidiali provvedimenti emanati o in procinto di essere emanati dal Governo:

·    la regionalizzazione del sistema dell’istruzione dovuta all’autonomia differenziata (gabbie salariali comprese);

·    la riduzione di un anno di scuola superiore con la quadriennalizzazione di tutti i percorsi, attualmente ancora in discussione, già anticipata dalla sperimentazione della filiera tecnologico professionale e da orientamenti didattici che esaltano le UDA, nuova riedizione dei famigerati saperi minimi;

·    riforma del voto di condotta, che introduce un clima di terrore e repressione nelle scuole;

·    la risoluzione che vieta attività educative di contrasto alle discriminazioni di genere;

·    le nuove linee guida dell’educazione civica, volte a formare gli studenti su non a “valori” imprenditoriali, antisolidaristici e nazionalistici;

·    la proliferazione di figure intermedie che minano a spaccare la categoria e a trasformare sempre più la scuola in un ibrido fra azienda e caserma;

·    il DDL “collegato al lavoro” in discussione alla Camera che mira ad introdurre il “contratto di apprendistato duale” da 15 anni fino a dopo il dottorato con retribuzioni ridicole (col plauso di Confindustria). 

Sono provvedimenti che ridisegnano l’impianto complessivo della scuola:

·    distruggono un’impostazione pedagogica che, pur con tutti i suoi limiti, ha caratterizzato la scuola della repubblica;

·    porteranno, come nel caso delle quadriennalizzazioni del superiore, ulteriori tagli di cattedre (mirati ad indurre sugli studenti disoccupazione e ulteriore futura precarietà).

Per imporre queste deleterie politiche utilizza lo strumento repressivo: è da intendere in questo senso il DDL 1660 sulla sicurezza, che sfodera il manganello contro chi manifesta nelle piazze, contro chi occupa luoghi di lavoro e di studio, contro chi esprime dissenso.

E ancora:

  • Per la riduzione delle spese militari
  • No alla cobelligeranza
  • No agli sprechi vergognosi del denaro pubblico per la realizzazione dei lager per migranti in Albania, la Tav e il ponte sullo stretto di Messina.
  • Per una vera tassazione degli extra-profitti di banche e speculatori, delle imprese energetiche, delle aziende tecnologiche internazionali.
  • Per gli investimenti contro il dissesto idro-geologico e gli effetti del cambio climatico
  • Per un rinnovo contrattuale che avvicini gli stipendi alla media europea
  • Si a un provvedimento urgente di immissione in ruolo dei precari su tutti i posti liberi eliminando l’assurda divisione tra organico di diritto e organico di fatto. Poi istituzione del doppio canale di reclutamento (50% dei posti ai precari)
  • Per la riduzione del numero di alunni per classe
  • Per l’eliminazione dell’algoritmo, ritenuto illegittimo da decine di sentenze in tutta Italia, ed il ritorno alle nomine in presenza

Prestare attenzione a quanto segue:

L’unico sciopero revocato è quello della FLC CGIL, che era stato indetto per il solo settore dei Dirigenti Scolastici. Non induca quindi all’equivoco la nota del Ministero (MIM) che arriverà nelle scuole relativamente alla revoca dell’astensione dal lavoro per i dirigenti (perché attiene solo a loro).

Lo sciopero risulta regolarmente proclamato da Unicobas ed altre sigleAvviso n. 2 del 24 ottobre 2024 (avviso di indizione di sciopero pubblicato dal MIM) da scaricare, stampare e diffondere nelle scuole

Chiunque può aderirvi indipendentemente dalle eventuali (peraltro sanzionabili) lacune informative in capo all’amministrazione. Ai sensi della l. 146/90 e successive modificazioni, lo sciopero deve venire reso noto a docenti, ata, genitori e popolazione studentesca.

I dirigenti scolastici

sono tenuti a darne immediata comunicazione ai lavoratori ed all’utenza, sia con avviso per il tramite dei docenti tutti, che per mezzo di avviso da pubblicare anche sul sito dell’istituto ed affiggere fuori dell’istituto, avvertendo che “causa sciopero il giorno 31 ottobre 2024 non si garantisce il servizio”.

I lavoratori non sono tenuti a dichiarare anticipatamente l’adesione o meno allo sciopero: se ritengono, hanno la facoltà di comunicare che non hanno ancora deciso e che decideranno la mattina del giorno stesso.

Docenti ed ata incaricati a tempo indeterminato o determinato, che non risulteranno presenti a scuola e che non si siano dichiarati in malattia, secondo normativa vigente risulteranno automaticamente in sciopero.

La presente richiama un preciso dovere stabilito dalla legge 146/1990 (e successive modificazioni), in capo ai dirigenti scolastici: quello di avvisare per tempo docenti, ata e famiglie.

Lo sciopero copre l’intera giornata, straordinari ed attività aggiuntive, progetti, straordinari, collegi docenti e riunioni. La piattaforma dello sciopero è riportata sia nel volantino che nel manifesto (da affiggere e distribuire a scuola).

Leggi l’articolo: Aumenti stipendiali proposti da Valditara per il comparto scuola: una beffa per gli insegnanti

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