Rientro: rompicapo per mantenere il distanziamento

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Rientro: in presenza gli allievi delle superiori dovranno essere al massimo il 75 per cento. Come fare? Chi lascerà a casa 5-8 ragazzi a turno, per classe: seguiranno le lezioni in contemporanea da casa. Chi manterrà intere classi a rotazione collegate online per uno o due giorni a settimana.

Rientro:

Si darà la priorità alle quinte perché hanno l’esame di Stato. In vista del 7 gennaio si procede in ordine sparso anche perché i problemi fondamentali e strutturali rimangono irrisolti per volontà governativa: mancanza di aule e di personale docente ed ATA per dividere le classi e mantenere il distanziamento, problema dei trasporti di cui il governo si è lavato le mani scaricando la responsabilità ai prefetti.

Rientro:

Si pensa di poter risolvere i problemi con doppi turni e ingressi alle 10 senza rendersi conto che non si può far saltare il pasto a ragazzi di quella età.

Invece di pensare a risolvere i problemi strutturali il governo, nelle speranza che il virus scompaia col vaccino, pensa a recuperare le lezioni perse in estate, infatti l’ipotesi a cui si sta lavorando è quella di restare a scuola fino al 30 giugno e oltre.

Il progetto, nelle mani del governo, è stato già proposto alle Regioni visto che sono loro ad avere la competenza sul calendario scolastico.

Fortunatamente

la cosa non è di facile attuazione perché nel mese di giugno i docenti delle scuole medie sono impegnati con gli esami di terza media, nei locali scolastici, e lo stesso vale ovviamente per le superiori che con gli esami di maturità vedono impegnati i docenti e le aule anche fino a metà luglio. Quindi sarà necessario vedere se e quanti docenti si metteranno a disposizione su base volontaria e di quanti docenti aggiuntivi si avrà bisogno, tra i precari.

Unicobas Scuola & Università

Stefano D’Errico

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