Algoritmo supplenze 2024: è il caos. Il disastro dell’algoritmo per i supplenti, un sistema che genera confusione e reclami.
Il sistema di assegnazione dei supplenti nella scuola italiana è stato digitalizzato attraverso l’introduzione di un algoritmo. Nelle intenzioni del Ministero dell’Istruzione, doveva garantire trasparenza, equità e velocità nella nomina degli insegnanti. Tuttavia, la realtà dei fatti è ben diversa. L’algoritmo, lungi dal risolvere le problematiche preesistenti, ha creato nuove forme di ingiustizia, generando un’ondata di ricorsi da parte dei docenti presso gli Uffici Scolastici Territoriali.
Le ambiguità dell’algoritmo
L’algoritmo è stato progettato per elaborare le domande dei supplenti e assegnare le cattedre basandosi su una serie di criteri automatici. Tuttavia, la complessità del sistema e la mancanza di chiarezza sui parametri utilizzati hanno causato errori nelle assegnazioni. Molti insegnanti si sono visti assegnare scuole molto distanti dalle loro preferenze o, in alcuni casi, sono stati completamente esclusi dalle nomine nonostante avessero punteggi più alti rispetto ai colleghi che invece hanno ottenuto un posto.
Queste anomalie hanno alimentato un forte senso di frustrazione tra i docenti, che si sono trovati a dover presentare reclami per difendere i propri diritti. Gli Uffici Scolastici Territoriali, già gravati da una burocrazia complessa e da una cronica carenza di personale, sono ora sommersi da un numero crescente di richieste di revisione delle nomine.
Conseguenze sulla continuità didattica
L’introduzione di questo sistema algoritmico ha anche un impatto negativo sulla continuità didattica, un aspetto fondamentale per la qualità dell’istruzione. L’assegnazione tardiva delle cattedre, dovuta alla necessità di gestire i numerosi reclami, comporta ritardi nell’inizio delle lezioni, con studenti che spesso si trovano senza insegnante per settimane. Questo non solo mina la qualità dell’insegnamento, ma crea un ambiente instabile per gli studenti, che pagano il prezzo più alto per questi malfunzionamenti.
L’ingiustizia nascosta dietro la facciata dell’innovazione
Il paradosso è evidente: un sistema nato per migliorare l’efficienza e la giustizia nelle assegnazioni dei supplenti si sta rivelando un boomerang, creando nuove disuguaglianze e aggravando le vecchie problematiche. L’algoritmo non è trasparente, e i docenti non hanno strumenti per capire come vengono prese le decisioni che riguardano il loro futuro professionale. Questa opacità conferma che dietro l’automazione vi sia una scarsa attenzione per i diritti dei lavoratori e per la qualità del sistema educativo.
ll caso Milano e Torino
Un gruppo di docenti si è presentato stamattina davanti ai relativi uffici scolastici per denunciare le falle di un meccanismo, quello dell’algoritmo, che per l’ennesima volta ha scavalcato docenti a favore di altri con punteggio inferiori. I precari lamentano la “mancata comunicazione da parte delle scuole effettivamente disponibili”. Cattedre “fantasma” che lasceranno disoccupati molti docenti precari.
ll caso Brescia
Imbarazzante quanto avvenuto in provincia di Brescia. Il bollettino di nomine da Gps è stato pubblicato il 31 agosto. Stamattina i docenti nominati dovevano presentarsi nelle scuole assegnate per prendere servizio. L’Usp ha inviato una comunicazione ai dirigenti scolastici di ogni scuola avvisando che le nomine erano state sospese dovendo effettuare controlli su possibili errori che erano stati compiuti. Pertanto i docenti sono stati rispediti “a casa”.
Il caso Terni
In graduatoria anche un docente deceduto.
La necessità di una riforma urgente
Alla luce di queste problematiche, è evidente che il sistema attuale necessita di una riforma urgente. È fondamentale che l’algoritmo venga rivisto o sostituito da un sistema più umano e trasparente, che tenga conto delle esigenze specifiche dei docenti e delle scuole. Inoltre, il Ministero dovrebbe garantire maggiore supporto agli Uffici Scolastici Territoriali, affinché possano gestire i ricorsi in modo efficace e tempestivo.
In conclusione, l’introduzione di un algoritmo per l’assegnazione dei supplenti avrebbe dovuto rappresentare un passo avanti verso un sistema più equo ed efficiente. Tuttavia, senza un’adeguata revisione e senza la trasparenza necessaria, si è trasformato in un incubo per migliaia di docenti compromettendo la qualità dell’istruzione per gli studenti. È ora di ripensare questo sistema e di mettere al centro le persone, non le macchine.
Leggi l’articolo: La solitudine del docente
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