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Assemblea sindacale on-line 23 novembre 2022

Assemblea sindacale on-line 23.11.22

Assemblea sindacale on-line 23.11.22

Assemblea sindacale on-line 23.11.22

L’Unicobas Scuola & Università indice un’assemblea sindacale on-line per mercoledì 23 novembre aperta a tutti i colleghi, docenti ed ata, di ruolo e non, in servizio, con permesso orario o fuori servizio, che si terrà dalle h. 14.30 alle h. 19.30 in modalità streaming (video on-line) dal canale you tube dell’unicobas.

Relazioneranno: Stefano d’Errico (Segretario nazionale Unicobas), Stefano Lonzar, Alessandra Fantauzzi ed Alvaro Belardinelli, Alessandro Di Candia (membri dell’Esecutivo Nazionale Unicobas)

Per partecipare all’assemblea:

cliccare sul Link: https://youtu.be/QYl0XLohO-w ed iscriversi al Canale You Tube dell’Unicobas e poi seguirla mercoledì 23 novembre 2022 dalle h. 14.30.

Non c’è limite di partecipazione. Le domande vanno poste via chat: risponderemo nell’ultima ora.

odg:

1) No alla guerra ed all’economia di guerra, no all’invio delle armi all’Ucraina e alle spese militari.

Contro la guerra e le politiche cobelligeranti del governo e dell’Unione Europea.

Contro l’ulteriori privatizzazioni e liberalizzazioni di servizi, appalti e subappalti, contro l’utilizzo dei fondi del PNRR a vantaggio degli speculatori finanziari e dell’energia.

Espropriazione degli extra-profitti (60 miliardi).

Onorare i contratti pubblici (ultrascaduti) e ristori per famiglie e imprese.

No all’eliminazione del reddito di cittadinanza.

No alle nuove norme liberticide “Rave” contro le occupazioni e persino le autogestioni delle scuole, nelle università, i centri sociali e le lotte per il diritto all’abitare.

Anziché portare le spese per armamenti da 15 a 40 miliardi l’anno (2% del Pil), con la disponibilità di 220 miliardi per il Paese (84 dei quali a fondo perduto), la Scuola deve venir posta al centro di un vero progetto di ripresa. Investirne immediatamente almeno 7. aggiuntivi per le assunzioni, 7. per il contratto, più i 13 necessari ad un piano pluriennale per porre in sicurezza l’edilizia scolastica (non bastano certo gli 800 milioni stanziati da Draghi).

2) Quale “merito”? “Non c’è ingiustizia più grande che fare parti uguali fra diversi” (Don Milani).

3) Contratto: no all’aggiornamento obbligatorio e di regime.

No alla differenziazione salariale gestita discrezionalmente dal dirigente.

No alla mancia di 45 euro (30 per la scuola Primaria e 20 per gli Ata) prevista negli accordi firmati da CGIL, CISL, UIL, SNALS, Gilda ed ANIEF.

Porre termine alla sospensione del contratto (ultra-scaduto) con un piano triennale. Nell’ambito di una perequazione complessiva, per tutto il personale si deve arrivare a 1.000 euro (docenti) e 550 euro (ata) di aumento netti. Agganciando gli stipendi della scuola almeno ai livelli intermedi (Spagna) relativi alla media retributiva europea (ove invece siamo gli ultimi).

Nello specifico: 300 euro netti per il personale ata che, in particolare per quanto riguarda le qualifiche inferiori (collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici), ha stipendi da fame

Portare parallelamente la retribuzione dei docenti all’ottavo livello (quello dei vecchi presidi), come è stato fatto per i Dsga (che hanno lo stesso titolo d’ingresso dei docenti: la laurea), il cui stipendio dovrà venire rivalutato di 250 euro.

4) Assemblea: assunzione immediata tramite graduatoria per titoli e servizio dei precari, docenti ed ata, con 3 anni di servizio. Per ridurre subito a 15 il numero massimo di alunni per classe e potenziare la gestione delle scuole. No al precariato “usa e getta” (assunzioni a singhiozzo).

Stabilizzazione diretta degli specializzati di sostegno. Percorsi di abilitazione per chi ha esperienza pregressa, onde evitare che oltre la metà delle cattedre continui a venire assegnata a chi non conosce le disabilità. Istituzione di una classe di concorso specifica.

Risoluzione definitiva della questione del precariato. Con l’attivazione del doppio canale di reclutamento, ove valgano il servizio e le abilitazioni già conseguite (onde evitare la necessità di superare più di un concorso).

Assemblea: cancellazione integrale dell’accordo che riduce il diritto di sciopero, cancellazione della risposta sull’adesione o meno agli scioperi e del contingente ata obbligato al servizio.

6) Indennità di rischio di 200 euro netti mensili a recupero dell’aumento dei carichi di lavoro dovuti alla pandemia.

7) Cancellazione del contratto integrativo truffa sulla ddi. Last but not least, la didattica a distanza andava fatta con cura, parsimonia e rispetto per docenti e studenti, dando strumenti al 33% degli alunni che sono stati esclusi e senza il mito “salvifico” della digitalizzazione.

Ridicoli i diktat del Ministero, dei sindacati di stato (pronti a scaricare tutto su docenti ed ata), nonché di tanti dirigenti digiuni di pedagogia, che hanno trasformato gli insegnanti tutti in meri esecutori ed, in particolare quelli di sostegno, in tappa-buchi.

Rispetto della creatività e dell’autonomia didattica di docenti e studenti

Ribadiamo l’opposizione alle riunioni on-line deregolamentate. Nonché all’inserimento della “Dad” nei Ptof (triennali), imposto nonostante non lo prevedessero neanche i vari Ddppccmm, che limitavano la Dad all’emergenza sanitaria.

Non abbiamo dimenticato la necessità di abrogare le controriforme della “berluscuola”.

9) Assemblea: no INVALSI ed alternanza scuola-lavoro, fucina di impiego strumentale e di incidenti (4 mortali) per gli studenti.

Via gli orpelli del minimalismo culturale e dell’aziendalizzazione della scuola. Ripristino nelle Superiori di Primo e Secondo grado delle ore tagliate di Lettere, Storia, Geografia, Scienze o relative al bilinguismo.

Ripristino dei laboratori e delle ore tagliate negli Istituti Tecnici (come prevede un’importante sentenza mai rispettata)

10) Contro la cattiva scuola renziana, la chiamata “per competenze” ed il vincolo quinquennale dopo l’assunzione.

Siamo ancora contro la vergogna di una legge (singolarmente modificata solo per via contrattuale) che continua a prevedere anche l’abolizione della titolarità di istituto per i docenti. Confinandoli nell’organico “potenziato” usato soprattutto per le supplenze.

Vogliamo l’assegnazione di cattedre stabili a tutto l’organico potenziato.

11) Assemblea: stato giuridico per il personale educativo, che va equiparato ai docenti della Primaria (anche – e non solo – per il bonus docenti).

12) Estinzione immediata della truffa contro gli ATA ex EELL: basterebbero 200 milioni per riadeguare stipendi e pensioni, ed evitare più pesanti sanzioni dalla Ue, dopo ben 10 sentenze favorevoli pronunciate dalla Suprema Corte di Strasburgo. Assunzione degli ex Lsp/Lpu a pari retribuzione.

13) Preside elettivo.

A scuola solo in sicurezza:

No alle classi pollaio. Nonostante l’emergenza pandemica non s’è pensato alla sanificazione dell’aria (per la quale la Germania ha investito 500 milioni di euro), con la “pulizia approfondita” scaricata sugli Ata invece della sanificazione delle ASL, senza mezzi di trasporto dedicati (come in Germania), senza ridurre i gruppi-classe a 15 alunni (come fatto in Germania e Regno Unito – il Belgio s’è fermato a 10), il tutto grazie ad un Protocollo firmato dal Miur e dalle Organizzazioni sindacali “maggiormente rappresentative”.

Denunciamo l’uso dei periodi di quarantena degli alunni e di “autosorveglianza” dei docenti per improprie sostituzioni degli assenti (che vanno affidate al personale precario).

Vogliamo l’ampliamento e l’ammodernamento degli spazi didattici con piena fruizione del patrimonio edilizio inutilizzato (caserme dismesse, etc.) proprietà di stato, regioni, enti locali: basta con doppi turni demenziali ed alunni sequestrati senza mensa anche sino alle 4 del pomeriggio.

Assemblea: Vogliamo una scuola vera, anche migliore di quella che ha preceduto la pandemia.Dalla scuola dell’emergenza alla “scuola ricostruita”:

l’Unicobas vuole un contratto specifico per la Scuola (per Docenti ed Ata) fuori dai diktat del DLvo 29/93 che impedisce aumenti superiori al tasso di inflazione programmato dal Governo. (cosa che ci ha fatto diventare i peggio retribuiti della Ue). Nonché la rielezione del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (Cspi). Già rimandata ben oltre il suo limite fisiologico (2020), con l’assorbimento da parte dello stesso dell’ambito disciplinare di Insegnanti ed Ata (fuori dalla giurisdizione dei dirigenti).

Questo è l’unico organismo che può stilare il codice deontologico dei docenti (figure professionali).

Esigiamo il ricalcolo della rappresentatività sindacale sulla base di queste elezioni di categoria a suffragio universale con diritto di assemblea in orario di servizio per tutte le sigle.

16) Su questa piattaforma nazionale sciopera Venerdì 2 DICEMBRE e manifesta a Roma sotto il MIUR dalle h. 9.30.

Questo sciopero generale è stato proclamato anche dalle OO.SS.: Unicobas , COBAS Sardegna, COBAS, CUB, SGB, SI COBAS, USB, USI CIT.

Se nella tua scuola non faranno passare (come di dovere) la circolare dello sciopero, o se hai bisogno d’aiuto, chiama la sede nazionale di Roma, Via Casoria 16 – 00182 (h. 9.00 / 12.00 sabato incluso e 16.00 / 20.00 sabato escluso): 067026630 – 067027683. Mail: segreteria.nazionale@unicobas.org

Collaborate: condividete subito l’evento invitando amici e colleghi. tramite il link, già da prima del 23 novembre, condividete l’evento con la diretta sul vostro profilo facebook e sui gruppi scuola facebook ai quali siete iscritti.

Unicobas Scuola&Università

Sede Nazionale e Provinciale di Roma: Via Casoria, 16 – 00182 Roma

Tel. 06/7026630 – 06/7027683 – 06/70302626

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