Comunicato Unicobas contro l’anticipazione degli scrutini

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dell’Esecutivo Nazionale Unicobas CIB Scuola e Università del 23.05.21, all’interno del comunicato si legge la totale contrarietà relativa all’anticipazione degli scrutini.

Comunicato: con ordinanza datata 17 maggio il Ministro Bianchi autorizza le Scuole Superiori di I e II grado ad anticipare gli scrutini finali

“Dopo l’ondata di proteste contro l’idea di posticipare la fine dell’anno scolastico al 30 giugno, il Ministro fa inversione a U e in modo del tutto incongruente decide addirittura per l’anticipo. In un anno caratterizzato da frequenza a singhiozzo, uso dilagante della DAD, slalom fra quarantene e difficoltà di vario tipo, l’anno scolastico dunque verrebbe accorciato”.

Si potranno cominciare gli scrutini il 1° giugno e terminare tutte le operazioni il 10, cioè nella data prevista per la fine delle lezioni

“In barba alle disposizioni tuttora vigenti e non disapplicate (DLgs n° 297/1994, art. 192 comma 7; DPR n° 122/2009 art. 4, comma 5; 2, comma 6; 7, comma 2; Legge n° 169/2008 art. 2, comma 1) che prevedono di effettuare gli scrutini solo al termine programmato delle lezioni, si manipola la normativa con una presunta “furbata”, autorizzando cioè in deroga le scuole ad anticipare”.

Nel comunicato si legge: le scuole non hanno chiesto di derogare, ma il ministero le autorizza, scaricando di fatto la responsabilità sulle istituzioni scolastiche

“L’anticipo degli scrutini va respinto perchè agli studenti non può essere sottratto altro tempo scuola. In un anno così difficile, perché è legittimo che tutto il tempo disponibile e programmato venga utilizzato per completare il percorso, compensare lacune, evitare risultati finali negativi”.

“Stiano in guardia i Dirigenti, sempre solerti nell’assecondare gli input ministeriali, ad evitare i contenziosi che legittimamente potrebbero essere attivati dalle famiglie di studenti che, anche per mancanza di tempi di recupero, potrebbero andare incontro a bocciature o sospensioni di giudizio rimandato a settembre, perché le “motivazioni” sono inaccettabili”.

Il problema vero, per il Ministero, infatti è la scadenza dei contratti Covid stipulati a molti supplenti fino al termine del 10 giugno

“Non è inconsueto che dei contratti siano fatti fino al termine delle lezioni. Normalmente, secondo quanto prevedono norme precise, fra cui anche l’articolo 37 del CCNL, in tal caso i contratti vengono prorogati o riaccesi per le giornate di scrutinio e di esame”.

Ma per i supplenti Covid ci sono problemi, dovuti solo alla incapacità/volontà di Governo e Ministero, che non hanno saputo/voluto fare i conti e prevedere la spesa necessaria per gestire i contratti

“Per questo motivo i supplenti Covid hanno già dovuto aspettare tre mesi prima di percepire il primo stipendio. (perché addirittura non era stato contemplato il pagamento dei contributi e la spesa da affrontare era superiore alla previsione e allo stanziamento). Volutamente non contemplata la prosecuzione, quindi non c’è garanzia di pagamento oltre il 10 giugno. Da qui la demenziale trovata dell’anticipo”.

Comunicato: Vogliamo ricordare che i supplenti COVID hanno dovuto subire anche l’imposizione delle ferie

obbligatoriamente attribuite ai docenti nei periodi di interruzione delle lezioni (natale, pasqua e feste comandate).

“Il personale ATA, ha subito la stessa sorte, con la creazione di disservizio proprio nel momento di maggior frequenza dell’anno, perché le ferie devono essere consumate prima del fatidico 10 giugno”.

“Ossia la data di scadenza del contratto, e non possono essere monetizzate dal momento che non sono stati previsti soldi per far fronte alla retribuzione delle ferie”.

Una vicenda in cui si mescolano incapacità, arroganza e volontà di sfruttamento tanto più insopportabile a fronte del fiume di denaro riversato sul piano scuola estate

Ancora una volta ripetiamo che le scuole devono essere messe in condizione di funzionare. Con adeguate risorse di organici e spazi, da settembre a giugno, con piena tutela del diritto allo studio e dei contratti di lavoro. Ricordiamo che ogni anticipo di scrutini deve passare dal Collegio dei docenti, in quanto implica la revisione del piano annuale delle attività (art. 28 comma 4 del CCNL/2007).

In sede di Collegio opponiamoci esponendo le evidenti motivazioni didattiche che rendono necessario respingere l’anticipo (quelle sindacali le abbiamo già esposte):

Perché il diritto allo studio, nel quale la valutazione è un aspetto fondamentale, non può ulteriormente essere compresso da un immotivato anticipo di tempi.

Per consentire il pieno utilizzo dei tempi di recupero delle fragilità

In particolare di quelle determinatesi anche a causa dell’emergenza covid e delle sue ricadute sulla didattica.

Perché il tardivo arrivo della circolare e delle conseguenti azioni di delibera interviene su una programmazione dei tempi dell’azione educativa e valutativa che non è ragionevolmente e deontologicamente modificabile.

Da respingere anche, sempre in sede di Collegio, l’eventuale proposta di pre-scrutini

Ricordiamo infatti che i pre-scrutini si configurano come normali Consigli di classe che devono essere previsti nel piano annuale delle attività deliberato dal Collegio. I pre-scrutini non richiedono il collegio perfetto, quindi potrebbero mancare colleghi che in questa fase hanno esaurito le ore. Non rappresentano una sede in cui possono essere assunte decisioni valutative formali.

Il comunicato continua asserendo che oltre che sindacalmente inaccettabili perché funzionali all’operazione anticipo

i pre-scrutini sono anche perfettamente inutili, anch’essi da respingere in quanto indebite anticipazioni di un’operazione formale che è unica e definita nella sua prerogativa decisionale. Oltre a rappresentare un sovraccarico di lavoro inaccettabile per la duplicazione di tempi destinati ai consigli di classe nella fase finale dell’anno.

L’Esecutivo Nazionale dell’Unicobas

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