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Dimensionamento: sarà deleterio

Dimensionamento sarà deleterio

Dimensionamento sarà deleterio

Dimensionamento: sarà deleterio. Il dimensionamento ossia l’aggregazione di plessi scolastici sono scelte problematiche

Il dimensionamento scolastico, ossia l’accorpamento di più plessi dislocati anche in comuni diversi per costituire istituti autonomi, sta diventando una pratica sempre più diffusa nel tentativo di ottimizzare risorse e razionalizzare la gestione del sistema educativo. Tuttavia, questa scelta presenta una serie di criticità che non possono essere ignorate, e che rischiano di compromettere gravemente la qualità del servizio scolastico, la coesione delle comunità locali e il benessere degli studenti.

La frammentazione territoriale e le difficoltà logistiche

Uno degli aspetti più problematici del dimensionamento è la frammentazione territoriale. Aggregare plessi situati in comuni diversi, spesso a grande distanza tra loro, comporta gravi difficoltà logistiche. Dirigenti scolastici e personale amministrativo si trovano a dover gestire una molteplicità di sedi dislocate, con inevitabili complicazioni nella gestione quotidiana. La distanza fisica tra i plessi rallenta i processi decisionali, rende più difficoltosa la supervisione delle attività didattiche e amministrative e impedisce un controllo efficace del territorio scolastico.

La perdita di identità e coesione

Un altro effetto negativo del dimensionamento è la perdita di identità e coesione all’interno delle comunità scolastiche. Ogni plesso scolastico è radicato nel proprio territorio e svolge un ruolo fondamentale nella vita della comunità locale. L’accorpamento di scuole distanti tra loro rischia di diluire questa identità, creando istituti “anonimi” e meno rappresentativi delle peculiarità culturali e sociali dei vari comuni coinvolti. Questo può portare a una riduzione del senso di appartenenza e di partecipazione da parte di studenti, genitori e personale scolastico.

L’impatto negativo sulla qualità dell’offerta formativa

La gestione di istituti scolastici dimensionati su territori vasti e disparati porta con sé il rischio di una riduzione della qualità dell’offerta formativa. La difficoltà di coordinare i docenti e di implementare progetti educativi condivisi tra plessi lontani può creare disomogeneità nell’insegnamento. Gli studenti, a seconda del plesso frequentato, potrebbero avere accesso a risorse e opportunità diverse, accentuando le disuguaglianze educative anziché ridurle. Inoltre, la presenza fisica meno frequente del dirigente scolastico nei singoli plessi limita la capacità di monitorare e supportare adeguatamente il lavoro didattico.

Dimensionamento: problemi di accessibilità per studenti e famiglie

Il dimensionamento scolastico può creare problemi di accessibilità, soprattutto in aree rurali o mal servite dai trasporti pubblici. Gli studenti potrebbero essere costretti a percorrere distanze maggiori per raggiungere la scuola, con conseguente aumento del tempo e dei costi di trasporto. Questo potrebbe scoraggiare la frequenza scolastica e aumentare il rischio di abbandono scolastico, specialmente tra i bambini delle famiglie più svantaggiate.

L’erosione del rapporto scuola-comunità

Una scuola non è solo un luogo di istruzione, ma anche un punto di riferimento per la comunità. Ridurre il numero di istituti scolastici autonomi significa sottrarre ai comuni un elemento centrale della vita comunitaria, con conseguenze negative per la coesione sociale. Le scuole, soprattutto nelle aree rurali e periferiche, sono spesso l’unico presidio culturale e aggregativo rimasto. Il loro accorpamento con altre realtà lontane può impoverire ulteriormente il tessuto sociale locale, indebolendo i legami comunitari e aumentando il senso di isolamento.

Dimensionamento: un appello per riconsiderare le politiche di dimensionamento

Alla luce di queste considerazioni, è fondamentale riconsiderare le politiche di dimensionamento scolastico. La razionalizzazione delle risorse non può essere perseguita a discapito della qualità del servizio educativo e del benessere delle comunità locali. Piuttosto che puntare su accorpamenti forzati, sarebbe opportuno investire in soluzioni che rafforzino l’autonomia delle scuole, valorizzino le specificità territoriali e migliorino l’accessibilità e la qualità dell’istruzione per tutti gli studenti.

Le decisioni che riguardano il futuro delle nostre scuole devono essere guidate dal principio fondamentale che l’istruzione è un diritto universale, che deve essere garantito in modo equo e accessibile a tutti, indipendentemente dal luogo di residenza. Le politiche di dimensionamento, se non attentamente valutate e gestite, rischiano di minare questo principio, con conseguenze a lungo termine per la società intera.

Leggi l’articolo: Fare il docente: un lavoro, non una missione

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