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Giudizi in condotta

Giudizi in condotta

Giudizi in condotta

Giudizi in condotta. Nella serata di ieri con grande strombazzare di trombe il TG annuncia la rivoluzione copernicana di Valditara.

Giudizi in condotta: il voto sintetico:

Ci aspettavamo chissà quale strategia educativa per contrastare fenomeni di comportamenti “inadeguati” a scuola, ed invece con grande sorpresa, ma forse nemmeno tanto, date le premesse di un governo dalla faccia retroattiva, ritorna il voto in condotta!

Giudizi in condotta: la camera approva

Con 154 sì il miracolo pedagogico contemporaneo si fa strada nell’affrontare le difficoltà di gestione degli insegnanti, lasciati troppo soli e con scarsi strumenti a fronteggiare le emozioni degli studenti e il loro approccio scolastico spesso discutibile. Siamo in un periodo di crisi genitoriale dilagante, dove spesso la scuola diventa l’unica affidataria della formazione e della crescita totale dei suoi studenti. E’ vero, la scuola si adegua ai tempi, accoglie e riconosce alcune mancanze familiari ma non può e non deve sostituirsi alle famiglie. Necessita di strumenti e di figure specializzate che si facciano largo tra le discipline curricolari e si incrocino con le necessità di dottrina morale e valori di riferimento positivi per la convivenza civile.

Studenti responsabili

Questo nuovo ddl, nell’ottica di chi lo ha pensato e votato, dovrebbe porre le basi per una valutazione più semplice per i docenti, più fruibile per le famiglie e addirittura rendere responsabili gli studenti! Quanta passione nelle parole del ministro Valditara e quanta persuasione che basti una “punizione” come la bocciatura per responsabilizzare i ragazzi. I diritti e i doveri sono sacrosanti anche a scuola, ma non sono convinta che l’educazione possa passare attraverso la valutazione numerica. Nè che la responsabilità di uno studente sia da contrattare con un voto, un numero o un giudizio sintetico! Il rapporto dialogico, che è alla base dell’istruzione e della formazione, necessita in questo momento storico, travagliato dai fenomeni di violenza a scuola, di garanzie pedagogiche, dell’espressione di fiducia nella scuola come “agenzia educativa”.

La fiducia a scuola

Mi si insegna che è un patto di corresponsabilità tra tutti coloro che lo pattuiscono: Stato, famiglia e studenti. Il “do ut des ” è fatto di comprensione tra soggetti che hanno strumenti per fare dono di saperi di vita. La scuola ha bisogno di investire in formazione degli insegnanti, di figure specializzate che sostengano e aiutino il processo di crescita: psicologi, sessuologi, pedagogisti! Investiamo nelle ore di educazione all’empatia invece che spendere due minuti per dire che se hai 5 nella condotta la scuola ti boccia!

Autorevolezza

La scuola deve vestire i panni dell’autorevolezza non dell’autorità che giudica. Il ministro non ci fornisce neanche questa volta della cassetta degli attrezzi per dirci come prevenire quel disagio che porta al 5 in quella condotta. E non ci garantisce che bocciare, rifiutare uno studente, possa aiutarlo a migliorarsi. Perchè, cari lettori, colleghi che mi state leggendo, siamo consapevoli che la bocciatura è un fallimento di tutto il sistema, non solo del ragazzo! La scuola migliora la società nella misura in cui crede ed investe nei suoi ragazzi.

Leggi l’articolo: Recupero dello scatto 2013: al via il ricorso su tutto il territorio nazionale per docenti e ATA

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