Governo Meloni attacca il comparto scuola. In manovra previsto il taglio di oltre 5.600 docenti e 2.184 Ata dal 2025. Alla fine, il ridimensionamento richiesto dal ministro dell’Economia Gian Carlo Giorgetti ha colpito anche viale Trastevere, 80 milioni di euro di tagli per il 2025 ed oltre 266 milioni per il 2026. Il documento approdato in Parlamento dopo un lungo confronto con Palazzo Chigi ha sorpreso tutti coloro che considerano la scuola “Organo Costituzionale”.
Il taglio, delineato all’articolo 110 “Misure di razionalizzazione della spesa”, è evidente: “A decorrere dall’anno scolastico 2025/2026 la dotazione organica complessiva di cui all’articolo 1, commi 64 e 65, della Legge 107 del 13 luglio 2015, è ridotta di 5.660 posti dell’organico dell’autonomia. Si procede alla revisione dei criteri e dei parametri previsti per la definizione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola, in modo da conseguire, a decorrere dall’anno scolastico 2025/2026 una riduzione nel numero dei posti pari a 2.174 unità”.
Governo Meloni: carta docenti
Anche sul fronte carta docente, i termini impiegati dal legislatore lasciano margine per un’interpretazione flessibile. Non è garantito che l’importo rimanga invariato nei prossimi anni. Le espressioni “nominale di euro” sono sostituite da “fino ad euro” ed è aggiunto questo periodo: “Con decreto del ministero dell’Istruzione, di concerto con il ministero dell’Economia e delle finanze, sono definiti i criteri e le modalità di assegnazione della Carta nonché annualmente l’importo nominale della stessa sulla base del numero dei docenti di cui al primo periodo e delle risorse”.
L’Unicobas prende atto che:
nonostante promesse e rassicurazioni, il governo non ha alcuna intenzione di investire nell’istruzione. Ecco perché abbiamo proclamato lo stato di agitazione della categoria in data 31.10.24. Nella Legge di Bilancio appena presentata, non solo mancano le risorse aggiuntive necessarie per il rinnovo contrattuale e per il recupero del potere d’acquisto degli stipendi, ma la manovra viene finanziata con tagli in tutti gli ambiti, in particolare nel settore scolastico.
Riteniamo che le riduzioni in un comparto già compromesso da anni non siano vantaggiose e sottolineano la scarsa attenzione che questo governo riserva alla scuola. La decisione di diminuire i posti disponibili è in netto contrasto con le reali criticità che la scuola affronta da tempo. Sarebbe stato opportuno ampliare l’organico, invece ci troviamo davanti a una contrazione. Personale Ata insufficiente per rispondere ai bisogni delle scuole e classi sovraffollate continueranno a influire negativamente sulla sicurezza e sulla qualità del diritto allo studio degli studenti.”
Il taglio drastico del governo verso uno dei pilastri fondamentali della società è agghiacciante
La scuola crolla sotto i colpi devastanti di questo Governo!
Sciopero
A queste nefandezze l’Unicobas ha prontamente risposto proclamando lo stato di agitazione e proclamando uno sciopero del comparto in data 31.10.24. Scendere in piazza è un obbligo anche per quei docenti che pensano che scioperare “non serve a nulla“.
Leggi l’articolo: Sciopero la sua importanza, una risposta ai detrattori
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