La solitudine del docenteLa solitudine del docenteLa solitudine del docente

Un viaggio complesso e periglioso verso l’inclusione

La solitudine del docente è una realtà spesso ignorata. È radicata nel sistema educativo italiano, aggravata dal continuo aumento di studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES) e disabilità. Le statistiche mostrano chiaramente le sfide che gli insegnanti affrontano ogni giorno.

La sfida dei bisogni educativi speciali (BES) e dell’ADHD

Nel 2022/2023, secondo i dati Istat, oltre l’8% degli studenti esprime bisogni educativi speciali. Di questi, il 51,8% riguarda Disturbi Specifici dell’Apprendimento fra cui (DSA) e ADHD – quest’ultima è una condizione oggi ancora sotto-diagnosticata, che può rendere difficile la gestione della classe. Si stima inoltre una elevata co-presenza dei due disturbi. Un altro 35,4% proviene da contesti familiari o sociali svantaggiati che richiedono una integrazione culturale e linguistica dedicata. Questi studenti affrontano difficoltà relazionali e comportamentali.

La presenza delle disabilità cognitive e motorie

In parallelo, quasi 338.000 studenti presentano disabilità cognitive e motorie, pari al 4,1% degli iscritti. Tra queste disabilità rientra anche l’autismo. Per questi studenti è previsto un Piano Educativo Individualizzato (PEI). Tuttavia, il 32% dei docenti di sostegno non è specializzato. Questo limita l’efficacia del supporto e aumenta la frustrazione dei docenti curricolari.

L’inclusività: una sfida complessa

Cosa significa allora in questo contesto multi sfaccettato parlare di “inclusività”? Spesso, il termine viene utilizzato come una sorta di ‘panacea’ per tutti i problemi legati alla diversità in classe, ma la realtà è ben diversa. L’inclusione non è un concetto univoco. Ogni studente è unico e richiede un intervento personalizzato. Questo pone una sfida immensa per i docenti, che non possono essere “tuttologi”.

La formazione degli insegnanti: un compito arduo ma necessario

La formazione degli insegnanti raramente copre tutte le problematiche, le neurodivergenze o le disabilità. Il docente coscienzioso si sente inadeguato. Nonostante il suo impegno, vive un costante senso di impotenza. Non si tratta solo di competenze tecniche e pedagogiche. C’è anche un bisogno di supporto emotivo e psicologico del docente, che spesso viene trascurato, che ha a che fare con l’integrazione delle personali fragilità che la situazione relazionale porta in luce. L’incontro con la ‘diversità’ attiva anche un viaggio interiore nella propria oscurità che richiede una strategia di gestione.

Anche se in maniera minore, capita che, gli studenti con disabilità partecipano come spettatori passivi alle lezioni soprattutto se in quelle determinate ore non vi è la presenza del docente di sostegno. Sono relegati in un angolo della classe, incapaci di essere coinvolti. Il docente curricolare si sente sempre più solo. È diviso tra il desiderio di includere tutti e la consapevolezza di non avere gli strumenti giusti.

Solitudine del docente è un’emergenza

La solitudine del docente è un problema reale e urgente. Richiede attenzione e interventi concreti. Non possiamo ignorare il peso che grava sugli insegnanti e gli effetti nefasti sull’inevitabile isolamento dello studente. Bisogna offrire strumenti didattici e un sostegno continuo ai docenti oltre che agli studenti. Solo così le classi diventeranno veri ambienti inclusivi. La diversità non sarà più un ostacolo, ma una risorsa preziosa.

Leggi l’articolo: Formazione docenti andrà remunerata

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