PEI (Piano educativo Individualizzato). E’ il documento nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per l’alunno con disabilità, in un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all’educazione e all’istruzione.
PEI:
E’ redatto congiuntamente dagli operatori sanitari individuati dall’ASL. Dal personale insegnante curriculare e di sostegno della scuola. Ove presente, con la partecipazione dell’insegnante operatore psico-pedagogico, in collaborazione con i genitori o gli esercenti la patria potestà parentale dell’alunno. Nel Piano Annuale delle Attività dei docenti, dovrà essere prevista una sessione (di almeno 2 ore) dedicata ad apportare le ultime modifiche e alla ratifica del lavoro svolto precedentemente.
Il PEI deve tenere presente i progetti didattico-educativi e di socializzazione individualizzati,
nonché le forme di integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche. Inoltre, sulla base dei dati derivanti dalla Diagnosi Funzionale e dal Profilo Dinamico Funzionale, gli interventi finalizzati alla piena realizzazione del diritto all’educazione, all’istruzione e integrazione scolastica dell’alunno con disabilità.
Detti interventi propositivi devono essere, successivamente, integrati tra di loro. In modo da giungere alla redazione conclusiva di un piano educativo. Che sia correlato alle disabilità dell’alunno stesso, alle sue conseguenti difficoltà e alle potenzialità dell’alunno comunque disponibili.
Sarebbe buona prassi predisporre il PEI tenendo in considerazione che il/la ragazzo/a è parte integrante della classe e, come tale, segue con i compagni un ben preciso percorso scolastico
Sfatiamo il falso mito secondo cui il PEI debba sempre indicare che lo studente resti in classe per garantire l’inclusione e l’integrazione. Questa visione superata e priva di fondamenti scientifici deve essere abbandonata. La decisione dovrebbe essere presa quotidianamente, basandosi sul feedback che l’alunno con disabilità fornisce agli insegnanti in quel momento. L’insegnante, osservando i comportamenti dell’alunno, determina il luogo più adatto per lui in quella specifica giornata e in quel preciso momento, attraverso una serie di osservazioni visive e riscontri comportamentali continui. Pertanto, se in un dato giorno il lavoro in classe procede senza intoppi, la permanenza nel gruppo classe è auspicabile. Se invece la permanenza in classe risulta difficile, distraente o agitante per l’alunno, è preferibile lavorare fuori dalla classe (da solo, in coppia o in piccolo gruppo). È fondamentale, in tutto questo, tenere sempre in considerazione la Diagnosi Funzionale.
In base alla Diagnosi Funzionale e al Profilo Dinamico di Funzionamento nel PEI verranno indicate quelle attività in cui l’alunno seguirà la programmazione di classe, per altre si lavorerà per obiettivi minimi, per altre ancora gli insegnanti trovano un punto di contatto tra le abilità possedute dall’alunno su cui stanno lavorando.
I molteplici punti di contatto dovranno sempre tener conto di due criteri basilari:
- siano a portata di apprendimento da parte dell’alunno, cioè molto vicini ai punti di forza dell’alunno;
- facciano parte della disciplina in questione. Cioè obiettivi normalizzati: anche se a livelli diversi di complessità tutti gli alunni ci stanno lavorando e non sono stati definiti soltanto per l’alunno con disabilità.
La valutazione nel PEI partirà con la consapevolezza che ogni obiettivo da perseguire dovrà essere raggiunto in un arco di tempo stabilito e valutato dall’insegnante
Naturalmente tale definizione, come del resto l’intera struttura del P.E.I. avranno caratteristiche di flessibilità. Allo scopo di favorire nell’alunno la reale conquista di una determinata capacità che, commisurata alle reali possibilità dell’alunno, possa trasformarsi in competenza e conoscenza. Oltre agli obiettivi didattici raggiunti, saranno oggetto di valutazione, anche il grado di integrazione scolastica, l’inserimento sociale e lo sviluppo di tutte le potenzialità comportamentali, apprenditive e creative, grandi o piccole che siano.
In base alla disabilità le verifiche saranno sia scritte che orali, pratiche e se possibile si svolgeranno in contemporanea con quelle della classe o, se necessario, in altri momenti
Potranno consistere sia in prove oggettive che in questionari a risposta aperta e chiusa, interrogazioni per singola materia. Produzione di lavori; tutte saranno concordate con i docenti curriculari. Gli elementi raccolti attraverso le verifiche periodiche saranno utili ai fini della valutazione finale.
Nella valutazione si dovrà tenere conto delle potenzialità, delle attitudini dell’alunno e del suo livello di partenza. Essa avrà la funzione di far assumere all’alunno un atteggiamento incoraggiante, sottolineando soprattutto i progressi compiuti.
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