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Progetto sindacale dell’Unicobas per la scuola

PROGETTO SINDACALE DELL'UNICOBAS PER LA SCUOLA

PROGETTO SINDACALE DELL'UNICOBAS PER LA SCUOLA

Progetto UNICOBAS: CGIL, CISL, UIL, SNALS e Gilda ogni tanto parlano di contratto. Fanno finta però di non sapere che proprio grazie all’accordo siglato da loro con Tremonti siamo stati in blocco. Il contratto da biennale (per la parte economica) l’hanno fatto diventare triennale e soprattutto che hanno portato la scuola nel calderone indistinto del pubblico impiego, all’interno del quale vige la regola (DL.vo 29/1993) che gli “aumenti” non possano superare l’inflazione programmata dalla parte datoriale (Ministro dell’economia).

Per questo col passaggio dalla lira all’euro

avemmo un rinnovo del 2% a fronte del dato Istat al 6% e di un aumento dei prezzi al consumo pari al 50%. Dal 1995 abbiamo contratti sempre sotto l’inflazione dichiarata (dato Istat) e reale (incremento vero del costo della vita) e non potremo mai neppure avvicinarci alla media retributiva europea, ove siamo (tenendo presente anche la diversità dei costi standard) all’ultimo posto, persino sotto a Grecia e Portogallo. O si esce dal pubblico impiego e dal campo di vigenza del DL.vo 29/1993, come l’Unicobas vuole da anni, o risulta persino ridicolo parlare di stipendi (…europei).

Progetto: con il Dlvo 29/93 il governo Amato,

col placet di CGIL, CISL, UIL, privatizza il rapporto di lavoro della Scuola (ma non dell’Università, dei magistrati, dell’esercito, della sicurezza). Questo è il primo passo essenziale dell’impiegatizzazione del corpo docente. Da allora non esiste più il ruolo, bensì l’incarico a tempo indeterminato (tipico un tempo del supplente annuale), o a tempo determinato per i precari, che sarebbe come dir loro “lasciate ogni speranza … voi che non siete entrati”.

Il ruolo era soprattutto uno scudo a garanzia dell’autonomia della funzione docente

e del rispetto del dettato costituzionale sulla libertà di insegnamento. Tipico del lavoratore “non subordinato” e professionale (valutabile, in caso di controversie, solo da chi ha competenze per farlo com’erano i consigli di disciplina eletti previsti dai Decreti Delegati ed aboliti nel 2008 da Brunetta).

L’eliminazione del ruolo e la contestuale trasformazione del preside in “datore di lavoro”

annunciava già nel 1993 la figura del “dirigente” (ruolo aziendalista che confligge con la comunità educante e con l’ambito collegiale e democratico di autogoverno della scuola). Nonché il dirigente-padrone della Cattiva Scuola di Renzi. Il dirigente, introdotto con la cosiddetta “autonomia” nel 2000, è diventato quindi l’arbitro assoluto di ogni controversia disciplinare, insieme all’Ufficio Scolastico Provinciale. Mentre prima tutto si decideva nei Consigli di Disciplina eletti dai docenti nell’ambito dei Consigli Scolastici Provinciali. Essi decidono “inaudita altera parte“. Infine, come avrebbe voluto la Aprea con il suo Ddl, ma poi anche Ichino e la Giannini, il dirigente datore di lavoro è potuto diventare quasi l’arbitro delle assunzioni scuola per scuola senza controllo pubblico (vd. chiamata diretta) ed il “valutatore” delle “performance di qualità” (bonus renziano).

Per questo, con l’ausilio di Confederali ed “Autonomi”

la controparte persegue lo smantellamento di quel che resta degli organi collegiali: Collegio Docenti (che si vorrebbe solo consultivo) e Consiglio di Istituto (da trasformare in “consiglio di amministrazione” di scuole-fondazioni). Grazie alla cd. “autonomia” i Consigli Scolastici Provinciali non esistono più dal 2000 e gli insegnanti non eleggono più il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione dal 1997: 

se avessero tolto organismi di tale importanza a qualsiasi altra categoria professionale ci sarebbe stata un’insurrezione. Noi abbiamo avuto persino un ministro che intendeva “valutarci” a quiz, come poi imposto agli studenti con il dozzinale metodo Invalsi. Il CSPI, rieletto nel 2015, è stato rivisto su base ultra-maggioritaria.

Progetto : Dulcis in fundo,

la vexata quaestio degli automatismi d’anzianità. Il Dlvo 29/93 li cancella del tutto. Per noi è stato seguito un “percorso a tempo”: il “congelamento” non è che l’anticamera dell’eliminazione degli scatti. Erano biennali e sono stati trasformati in 6 “gradoni”: il primo di 3 anni, i successivi tre di 6 anni e gli ultimi due di 7. Anche senza alcun rinnovo contrattuale, oggi avremmo una retribuzione molto più alta se avessimo conservato quegli scatti.

S’è detto che con quegli aumenti d’anzianità

(che conservano i docenti universitari, i magistrati ed i militari di carriera, tenuti fuori dal pubblico impiego) “sarebbero andati avanti tutti, anche i cialtroni”. Però persino la Svizzera, paese “meritocratico”-liberista per eccellenza, che non prevede automatismi d’anzianità per nessuno, li conserva solo per gli insegnanti (e sono annuali). Perché in tutto il mondo si sa bene che ad insegnare si impara soprattutto insegnando.

Progetto: per le ragioni su addotte (ed al contrario dei Cobas, per i quali “i lavoratori” sarebbero “tutti uguali”)

l’Unicobas vuole un contratto specifico per tutta la scuola fuori dall’area del pubblico impiego (dove non è prevista certo la “libertà di impiegamento” e dove non esistono le responsabilità penali che gravano su chi a che fare con minori). L’istituzione di un Consiglio Superiore della Docenza (con diramazioni provinciali), adibito a garantire, così come per la Magistratura, l’autonomia e la terzietà della Scuola pubblica.

Progetto: senza tutto ciò 

la privatizzazione della scuola e la sua subordinazione alle caste della politica ed agli interessi economici di parte, è sicura. Per tutta la scuola, docenti ed ata, dal momento che anche un collaboratore scolastico ha competenze di vigilanza che un usciere del ministero non ha, dal momento che gli aiutanti tecnici hanno competenze di coadiuzione educativa e gli amministrativi firmano bilanci di milioni che ovunque (anche nel sistema privato) darebbero luogo a retribuzioni ben più alte.

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