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Rabbia 2 punto 0: quando la rabbia è legittima? Quando può essere considerata patologica?

Rabbia 2.0: quando la rabbia è legittima? Quando può essere considerata patologica?

Rabbia 2.0: quando la rabbia è legittima? Quando può essere considerata patologica?

Rabbia 2.0: Quando la rabbia è legittima? Quando può essere considerata patologica?

Rabbia: è una delle emozioni più complesse e controverse. Genera vissuti intensi e richiede sensibilità per essere trattata. Le emozioni, per loro natura non sono positive o negative, quanto piuttosto funzionali e adattive alla vita. Il vissuto emotivo espresso in un contesto appropriato e coerente, senza che crei disagio o imbarazzo, non mi risulta che possa essere un problema per qualcuno. I problemi iniziano quando il vissuto emotivo influenza negativamente la nostra vita o la vita di chi ci circonda. Spesso l’aggressività è demonizzata e fraintesa, considerata come un vissuto “sbagliato”. Considerando la mole di letteratura generata da questo argomento, questo secondo articolo desidera approfondire il tema e rilanciare alcune riflessioni sulla natura di questa interessantissima emozione di base.

La natura della rabbia

La natura della rabbia è universale e accompagna l’essere umano fin dalle prime fasi della vita. Se siamo arrivati al 2024 è anche perché questa emozione di base ha contribuito al nostro successo come specie. Paul Ekman, celebre psicologo padre della teoria neuroculturale delle emozioni e del riconoscimento delle emozioni attraverso le micro espressioni facciali, ha identificato la rabbia come una delle sette emozioni fondamentali riconosciute in tutte le culture, insieme a paura, gioia, tristezza, sorpresa, disgusto e disprezzo. Secondo Ekman, queste emozioni sono biologicamente radicate e condivise da tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla cultura di appartenenza. Insieme alle altre emozioni, nasce insieme all’essere umano.

Daniel Goleman, noto per il suo lavoro sull’intelligenza emotiva, ha approfondito l’importanza di comprendere e gestire la rabbia. Egli sottolinea che, se mal gestita, questa può facilmente diventare distruttiva, influenzando negativamente sia la sfera personale che quella relazionale. Tuttavia, Goleman evidenzia che se riconosciuta, accettata e canalizzata adeguatamente, può trasformarsi in una risorsa preziosa per migliorare la nostra vita e le nostre relazioni. Motivandoci a reagire in modo costruttivo alle ingiustizie e a difendere i nostri valori e la nostra stessa vita!

Rabbia legittima: tra infanzia, adolescenza ed età adulta

La rabbia, nelle sue forme più naturali, è una risposta ad una percezione di ingiustizia o di frustrazione. Nei bambini, questa emozione emerge come una reazione al non essere compresi o al sentirsi impotenti. In età infantile, la rabbia può manifestarsi in modo molto diretto, come un pianto o un comportamento oppositivo, poiché i bambini non possiedono ancora gli strumenti per regolare le emozioni o esprimere verbalmente i loro bisogni.

Lo sviluppo e la crescita del bambino

Basti pensare che nel bambino le aree cerebrali che permettono queste funzioni avanzate della gestione dei vissuti, non sono ancora completamente sviluppate. A livello neurologico, queste aree vedono la loro completa realizzazione mentre l’individuo diventa un giovane adulto. Infanzia ed adolescenza, con le loro esperienze emotive e relazionali, contribuiscono pienamente allo sviluppo di queste aree del cervello. Più ricco, in termini di stimolazioni e rielaborazioni sarà il vissuto e l’ambiente emotivo in cui il bambino è inserito, più potenti e ricche saranno le interconnessioni e lo sviluppo di queste aree cerebrali.

L’adolescenza

Durante l’adolescenza, la rabbia assume connotazioni più articolate, spesso legata alla ricerca di autonomia e al bisogno di affermarsi. I conflitti con i genitori o l’autorità possono scatenare episodi di rabbia, che rappresentano una fase tuttavia naturale del percorso di crescita e di definizione della propria identità: la definizione del proprio Io adulto.

L’età adulta

Negli adulti, la rabbia legittima può emergere in situazioni di ingiustizia sociale, maltrattamento o inganno. Si tratta di una risposta funzionale che ci aiuta a riconoscere e reagire alle minacce ai nostri diritti e valori. In questo caso, la rabbia è un’emozione che guida verso l’azione, spesso necessaria per difendere se stessi o gli altri.

Rabbia patologica: una reazione sproporzionata e aggressiva

La rabbia, se non riconosciuta o elaborata adeguatamente, può esprimersi in una forma patologica che genera sofferenza sia in chi la vive e la esprime, sia in chi la subisce, soprattutto nelle persone che circondano chi manifesta questo stile di relazione e comunicazione. Questa sofferenza può tradursi in un clima di tensione costante, caratterizzato da incomprensioni e conflitti ricorrenti. La comunicazione di chi soffre di rabbia patologica diventa spesso aggressiva, ostile o passivo-aggressiva, e questo stile comunicativo tende a compromettere le relazioni interpersonali, rendendo difficoltoso un dialogo autentico e costruttivo generando la sofferenza di cui si parlava. 

Come riconoscere la rabbia patologica nei bambini…

Nei bambini può manifestarsi attraverso esplosioni di collera frequenti e incontrollate, spesso legate a difficoltà di regolazione emotiva o ambienti familiari disfunzionali. Un esempio è il disturbo oppositivo-provocatorio, in cui i bambini mostrano un comportamento costante di sfida e ostilità verso l’autorità, caratterizzato da irritabilità, atteggiamenti di provocazione intenzionale e rifiuto di rispettare le regole. Questo disturbo può essere aggravato da dinamiche familiari conflittuali o da un ambiente scolastico non inclusivo, spesso comporta difficoltà nelle relazioni sociali, con conseguenze sul rendimento scolastico e sul benessere generale del bambino.

Negli adolescenti…

In adolescenza può assumere forme di aggressività fisica o verbale verso coetanei, genitori o insegnanti. Questa condizione può essere associata a problemi come il disturbo della condotta, caratterizzato da violazione persistente delle regole sociali, comportamenti antisociali e mancanza di empatia. Un altro problema comune è la depressione mascherata. Dove la sofferenza interiore viene espressa attraverso l’ira e comportamenti oppositivi, piuttosto che attraverso i classici sintomi depressivi come tristezza o apatia. Questo tipo di rabbia spesso riflette un’incapacità di riconoscere e comunicare il proprio disagio emotivo. Può portare a conseguenze gravi, come l’isolamento sociale, il rischio di abbandono scolastico e l’uso di sostanze stupefacenti come meccanismo di fuga, episodi di violenza contro beni, animali o persone.

Negli adulti

Negli adulti può presentarsi in forme come l’aggressività cronica, comportamenti passivo-aggressivi o addirittura episodi di violenza domestica o sociale. L’aggressività cronica si manifesta attraverso scoppi frequenti e irragionevoli di rabbia, spesso scatenati da situazioni di stress quotidiano che normalmente sarebbero gestibili, ad esempio, sono sempre più frequenti litigi gravi (anche con feriti e la presenza di armi da taglio) per un semplice parcheggio o per un sorpasso fatto male.

Comportamenti passivo-aggressivi

I comportamenti passivo-aggressivi si caratterizzano per una rabbia nascosta. Espressa indirettamente attraverso procrastinazione, sarcasmo o atteggiamenti ostili mascherati da gentilezza nei confronti dei colleghi, collaboratori o con i capi e i responsabili. Gli episodi di violenza domestica rappresentano l’espressione più estrema e pericolosa della rabbia patologica. La rabbia viene utilizzata per esercitare potere e controllo su un partner. In questi casi, la rabbia diventa una risposta disfunzionale che compromette profondamente la qualità della vita e le relazioni, spesso portando all’isolamento e a difficoltà relazionali importanti, richiedendo un intervento psicoterapeutico per affrontare le radici emotive del problema e sviluppare strategie di gestione più sane.

Strumenti per gestire la rabbia

Daniel Goleman suggerisce che lo sviluppo dell’intelligenza emotiva — la capacità di riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni — è essenziale per la gestione della rabbia e per evitare che questa emozione diventi distruttiva.

Tra i principali strumenti per gestire la rabbia troviamo:

  1. Riconoscere i Segnali Precoce: Imparare a riconoscere i segnali fisici e mentali della rabbia (ad esempio l’aumento del battito cardiaco o la tensione muscolare) è il primo passo per evitare un’escalation emotiva.
  2. Tecniche di Respirazione: La respirazione profonda e il conteggio fino a dieci sono strategie semplici ma efficaci per calmare il sistema nervoso e abbassare l’attivazione fisiologica.
  3. Ristrutturazione Cognitiva: Questa tecnica consiste nel modificare i pensieri disfunzionali che alimentano la rabbia. Ad esempio, invece di pensare “È sempre colpa degli altri”, possiamo cercare di riformulare la situazione con maggiore obiettività.
  4. Attività Fisica: Lo sport e l’attività fisica sono strumenti potenti per sfogare l’energia accumulata e ridurre la tensione.
  5. Comunicazione Assertiva: Imparare a esprimere i propri bisogni e sentimenti in modo chiaro e rispettoso è essenziale per prevenire la rabbia accumulata. L’assertività permette di evitare atteggiamenti passivi o aggressivi, favorendo una comunicazione più efficace.
  6. Supporto Psicologico: In alcuni casi, può essere necessario il supporto di un professionista per esplorare le cause profonde della rabbia e sviluppare strategie personalizzate di gestione.

Conclusioni

La rabbia è un’emozione che, se compresa e gestita, può avere un ruolo positivo nella nostra vita, aiutandoci a riconoscere le ingiustizie e a difendere i nostri diritti. Tuttavia, è fondamentale imparare a distinguere tra rabbia legittima e rabbia patologica, adottando strategie adeguate per gestirla nelle diverse fasi della vita. La chiave risiede nello sviluppo dell’intelligenza emotiva e nella capacità di utilizzare la rabbia come un segnale per agire in modo costruttivo, senza lasciare che diventi un ostacolo alla nostra serenità e ai nostri rapporti interpersonali.

Leggi articolo: Rabbia a casa e in aula come gestirla: strategie pratiche per genitori e insegnanti

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