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Sciopero del 31 ottobre: bene la categoria, non altrettanto la compagnia dell’USB

Sciopero del 31 ottobre bene la categoria, non altrettanto la compagnia dell'USB

Sciopero del 31 ottobre bene la categoria, non altrettanto la compagnia dell'USB

Sciopero del 31 ottobre: bene la categoria, non altrettanto la compagnia dell’USB. Lo sciopero dell’ultimo giorno di ottobre nella scuola segna un passaggio importante.

Le rilevazioni (per le quali segnaliamo il solito ritardo cronico da parte degli enti preposti), alla data del 4 novembre danno un dato ufficiale di adesioni quintuplicate rispetto agli ultimi anni. Visto che nel recente passato persino scioperi proclamati dall’insieme delle sigle considerate “maggiormente rappresentative” (Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda, Anief) hanno ottenuto meno dell’1%, il dato del 4,76% per uno sciopero proclamato solo da Cgil, Unicobas ed Usb segnala un’importante inversione di tendenza. Il dato reale, a rilevazione completata, arriverà almeno al 7%.

Sciopero 31 ottobre

Trattasi in particolare del risveglio del settore dell’Istruzione. Infatti, nel Pubblico Impiego (chiamato allo sciopero dall’USB), se si eccettuano le Funzioni Centrali (col 9,6%), i dati sono di molto inferiori. Vigili del Fuoco: 2,82%; Presidenza Consiglio Ministri: 0,43%; Funzioni Locali: 1,28%; Regioni a statuto speciale: 0,58%; Province Autonome: 0,42%; Sanità: 0,59%.

Sull’attuale 17% della rilevazione, sono ben 31.374 gli insegnanti e gli Ata sicuramente in sciopero. Ciò vuol dire che, anche se la percentuale di adesione rimanesse la stessa, sul totale ne avremmo almeno 180mila che hanno incrociato le braccia.

Visualizza i dati diffusi dalla Funzione Pubblica cliccando

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Sciopero 31 ottobre: le modalità obsolete del sindacato USB

Purtroppo però in una giornata di protesta importante contro i tagli del governo Meloni e le pessime novità del ministro Valditara, siamo costretti a segnalare il comportamento inaccettabile dell’Unione Sindacale di Base che, pur avvertita della nostra presenza a Roma sotto il Ministero della Funzione Pubblica, forte del numero dei suoi iscritti nel pubblico impiego, ha negato la parola all’Unicobas che, a fine mattinata, per protesta ha abbandonato la piazza. Un inaudito comportamento “proprietario” che, dopo 35 anni di relazioni corrette e numerose battaglie comuni, segna un punto di caduta che si commenta da solo.

Ben differente è stato il comportamento del nostro sindacato verso l’USB. Nel maggio scorso quando, peraltro senza condivisione del percorso avviato per scioperare contro l’Autonomia differenziata (prima che l’approvassero), l’USB ha chiesto di intervenire sotto il Ministero dell’Istruzione alla manifestazione organizzata dall’Unicobas (con il concorso dei Cobas Scuola), ed ha potuto farlo prendendo la parola almeno 3 volte.

Ricordiamo all’USB che ha preso meno voti di noi nelle recenti elezioni nazionali per il rinnovo del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, ma soprattutto che il mondo della scuola, per sua natura, non è solito a comportamenti del genere, in stile “gruppettari” degli anni ’70 e che ai lavoratori dell’istruzione ricordano solo il bullismo dei Ragazzi della Via Pál.

                                               Stefano d’Errico

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