Scuola e disabilità: proposte concrete

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Scuola e disabilità: proposte concrete. Da molto tempo alla scuola vengono demandati compiti sempre più gravosi, in quanto ritenuta istituzione idonea per formare socialmente i cittadini.

A fronte di questi compiti, alle scuole vengono destinati sempre meno soldi. Il FIS viene ridotto ogni anno. Le scuole vengono demansionate. Il numero di alunni per classe aumenta (dovrebbe diminuire), i precari non vengono stabilizzati. Gli stipendi di insegnanti e personale ATA sono tra i più bassi d’Europa.

Già nel 1916, Dewey aveva detto che se l’educazione è un processo sociale, la scuola

“è semplicemente una forma di vita comunitaria in cui si accentrano tutti i fattori particolarmente atti a rendere il fanciullo partecipe delle risorse ereditate dalla sua gente e metterlo in grado di servirsi delle sue capacità per fini sociali”.

In questo senso alla scuola non si chiede solo di intervenire come fattore di istruzione. Nel senso di trasmissione di conoscenze/competenze e abilità cognitive e intellettuali, ma anche come agente educativo promotore di cultura in senso ampio. Spesso essa riveste un ruolo di “supplenza” per rimediare alle carenze che affliggono la società e che lo Stato fa gravare sul comparto scuola.

Scuola: di fatto le si richiede la gestione di un’educazione permanente

In questa educazione permanente rientra pure il difficile cammino dell’integrazione degli alunni con disabilità, che, come si sa, deve avvenire non solo nel mondo della scuola, ma in tutto il contesto territoriale in cui essi vivono.

A questo proposito, anche se in linea di massima esistono, penso, sarebbe utile istituire un ”laboratorio permanente delle disabilità”, cioè proporre uno spazio di opportunità e di occasione di confronto fra gli attori del territorio , dove le esperienze dei singoli, le attività quotidiane vissute molte volte in solitudine trovino espressione, si confrontino e verifichino le possibilità di sviluppo.

L’obiettivo di tale laboratorio dovrebbe basarsi su tre concetti fondamentali: informazione, accessibilità e partecipazione.

L’informazione e l’accessibilità garantiscono la partecipazione che diviene vera ed effettiva lì dove si crea un reale confronto/scambio con tutte le diversità, senza la tentazione di relegare la disabilità solo agli “addetti ai lavori”.

In questo percorso reticolare la scuola potrebbe fare molto:

– organizzare degli incontri con persone con disabilità esterni alla scuola;

– discutere insieme;

– sperimentare le loro difficoltà all’interno dell’edificio scolastico e all’esterno;

– verificare le barriere architettoniche e culturali che hanno scoperto esistere attorno a loro nella quotidianità di ciascuno.

Si potrebbero organizzare dei giochi attraverso i quali i ragazzi possano sperimentare le sensazioni, le esigenze e le difficoltà d’azione che affrontano le persone con disabilità siano esse fisiche, psichiche, sensoriali, per passare poi a individuare, in modo più consapevole, gli ausili e le soluzioni che ne facilitano l’inserimento a scuola, nel lavoro, nel tempo libero ecc.

Si potrebbe anche programmare un percorso turistico o una visita nel proprio quartiere, guidati da persone con disabilità

L’esperienza consentirà di guardare con “altri occhi” la realtà circostante e di scontrarsi non solo con le barriere architettoniche, ma soprattutto con quelle culturali…le più difficili da abbattere.

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