Territorio, scuola e disabilità di Marco Monzù Rossello

Territorio scuola e disabilità di Marco Monzù RosselloTerritorio scuola e disabilità di Marco Monzù RosselloTerritorio scuola e disabilità di Marco Monzù Rossello

Territorio, scuola e disabilità di Marco Monzù Rossello. Molto importante per il docente è l’analisi del territorio e quindi il contesto in cui gli alunni sono inseriti anche al di fuori dell’Istituzione Scolastica. Bisogna capire se un territorio nel tempo è stato soggetto a modifiche, sia dal punto di vista strutturale (prima solo agglomerato di case contadine, poi ricco di industrie e, attualmente, con molti palazzi per uffici, supermercati e aree verdi), sia per la presenza di diverse etnie.

Se è suddiviso zone/circoscrizioni che a loro volte sono divise/i in quartieri. Capire se il luogo è densamente popolato. Capire le percentuali di immigrazione. A quale ceto sociale le famiglie appartengono (medio-basso-alto). Se sono presenti servizi per le persone con disabilità. Sono tutte informazioni importanti da conoscere.

Territorio: di grande importanza risultano essere proprio i servizi dedicati alle persone con disabilità

In Italia sono pochi i luoghi che offrono servizi a queste persone. Pertanto per quei pochi fortunati avere a disposizione:

  • centri di lettura, dove il/la ragazzo/a si reca spesso in quanto ama leggere;
  • campi di calcio (o di qualunque altro sport), dove viene portato/a per assistere alle partite o se è possibile in base alla disabilità praticare sport;
  • impianti natatori dove, con l’ausilio di strumenti adatti (salvagente, cavigliere, braccioli e altro), scaricare la colonna dopo essere stato tanto tempo seduto in classe;
  • azienda sanitaria che si occupa di assistenza domiciliare, (consistente nell’erogazione di un insieme di prestazioni a carattere socio-assistenziale e riabilitativo svolto presso il domicilio dell’utente, sulla base di un progetto individuale). 
  • Centri estivi che si occupano di soggiorni, così che la persona con disabilità possa trascorrere un periodo di vacanza in una località da lui scelta con accessibilità delle strutture.

Tutti i servizi citati e non, devono prendere senso dal fatto di considerare le “differenze” come uno straordinario punto di riferimento positivo

Infatti, ancor prima di considerare un qualsiasi programma scolastico, prendersi cura di una persona con disabilità vuol dire accogliere la sua storia specifica di difficoltà. Per dare senso e sviluppo all’intenzionalità educativa globalmente volta a favorire l’interazione tra ogni individuo e l’ambiente di vita quotidiana.

I servizi di supporto devono avere la finalità di promuovere lo sviluppo del soggetto nella sua globalità personale e relazionale, contestualizzata nella vita della classe, attraverso la valorizzazione delle differenze di partenza.

Gli interventi educativi sono quindi finalizzati a promuovere un cambiamento dell’individuo, del gruppo e del contesto allargato

Il raggiungimento di una condizione che riduca i limiti e valorizzi le differenze è possibile solo attraverso una co-evoluzione di soggetto e contesto. Perciò, sia il progetto educativo generale di impostazione del servizio offerto, sia i progetti specifici riferiti ai singoli soggetti non possono prescindere dal proporsi di perseguire obiettivi relativi ai seguenti attori, tutti “protagonisti” del mondo della scuola:

– il bambino/ragazzo preso in carico;

– la classe come gruppo di appartenenza del medesimo;

– gli adulti (docenti, ausiliari, volontari e famiglia).

Territorio: spetta al comune realizzare interventi

attraverso una presa in carico integrata e individualizzata, curando l’unitarietà e la specificità dei progetti personalizzati, facilitando e sostenendo il lavoro di cura delle famiglie con azioni di supporto. Gli interventi devono essere realizzati attraverso progettazioni integrate e in rete con altri servizi comunali e con istituzioni scolastiche, ASL (Servizio di Neuropsichiatria Infantile), Enti locali appartenenti all’ASL, terzo settore e risorse del volontariato.

Nel settore della Pubblica Istruzione si realizzano l’assistenza educativa ad personam nella scuola dell’obbligo e in alcune realtà il trasporto studenti con disabilità presso centri riabilitativi extraterritoriali

Il servizio di Assistenza educativa deve prefiggersi, in concerto con le istituzioni scolastiche e con tutte le associazioni che si interessano di disabilità, il miglioramento delle condizioni di vita della persona con disabilità. Favorendo il benessere psico-fisico nel contesto scolastico. Promuovendo l’autonomia. Favorendo lo sviluppo delle capacità relazionali. Costruendo un progetto di vita attraverso l’utilizzo delle competenze acquisite.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), a proposito del progetto di vita, nell’ICF specifica tre obiettivi a lungo termine che devono connotare il progetto di ogni singolo disabile:

  • potenziamento di capacità, competenze e attività del soggetto;
  • partecipazione sociale della persona con disabilità, in rapporto alla quale egli potrà spendere nei contesti di vita le sue competenze;
  • considerazione dei fattori contestuali facilitanti che rappresentano l’intero background della vita e della conduzione dell’esistenza di un individuo nel contesto sociale.

Territorio: quando si parla di contesto sociale, non si intende solo la scuola

Essa rappresenta il contesto privilegiato di un certo periodo di vita dell’individuo, quello evolutivo. Ma ben altri tempi appartengono all’uomo: vita adulta, terza età, vecchiaia e, in ognuno di essi, dovrebbe essere forte la ricerca dell’integrazione/inclusione come mezzo e fine di sviluppo e di crescita delle potenzialità di ogni individuo, qualsiasi sia il grado della disabilità o del suo deficit.

Un progetto di vita non prevede interruzioni, ma solo azioni messe in atto in funzione dello sviluppo di tutte le potenzialità che l’individuo bambino e adulto deve possedere per raggiungere il massimo grado di autonomia e per divenire veramente protagonista della propria vita.

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